Il peggior liquore di sempre.

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    Ewan aveva messo a piede a Witchcraft da circa un paio d’ore ma aveva già deciso che ci sarebbe rimasto per un bel po’. Paradossalmente anche l’abitudine di viaggiare continuamente aveva iniziato ad annoiarlo, incredibilmente aveva bisogno di un minimo di stabilità anche se per un periodo non troppo lungo. La città di Royal Mile non era male, per lui un po’ morta, adorava le città caotiche con gli ubriaconi che spuntavano da ogni angolo della strada, dove puoi attaccare a parlare con chiunque per strada. Sapeva, però, che anche la città più pulita e più tranquilla aveva un quartiere malfamato, perché Tutte le città ne avevano uno e lui aveva visto moltissime città. D’un tratto vide una crocchia di ragazzi fare baldoria ad un angolo, avevano delle bottiglie in mano e brindavano alla madre di qualcuno di loro, forse. Loro sicuramente sapevano dove andare per bere e divertirsi, così li raggiunse a passo rapido e senza indugiare interruppe la loro festa privata.
    -’Sera a tutti! Vedo che siete gente che si diverte quindi immagino sappiate dirmi dove si va per bere qualcosa in questo mortorio.-, la città era infatti semivuota dato che la notte stava per arrivare. I giovani gli indicarono la via, che andava verso sud. Percorse a passo svelto la strada che gli avevano indicato e si trovò davanti una locanda. Il Black Cat, così si chiamava, sembrava non molto affollato quella sera, almeno dall’esterno. L’oris entrò aprendo la porta con decisione, il calore del posto lo investì letteralmente. Il freddo della stagione invernale era quasi arrivato ed il tepore del locale non gli fece affatto un brutto effetto. Camminò verso il bancone, qualcuno lo guardò incuriosito dai suoi orecchini e dal suo tatuaggio in faccia ma ormai ci aveva fatto il callo e, in fin dei conti, gli piaceva anche essere osservato.
    Si sedette al bancone in modo sguaiato e poggiò un braccio sul legno, chiamando l’oste con un fischio.
    -Portami una bottiglia di Amaro del bardo.-, disse, indicando la bottiglia scura proprio davanti a lui. L’oste si diresse verso l’oggetto a passo goffo poi afferrò la bottiglia e la poggiò decisamente con troppa forza davanti al suo cliente, mettendogli accanto un bicchiere nemmeno troppo pulito. Fece cenno con il capo per ringraziare e l’oste si allontanò scocciato.
    Guardatosi un po’ intorno, Ewan, stappò la bottiglia e versò il liquido color ambra scura nel bicchiere, riempiendolo per un quarto, e poi fece un sorso non troppo lungo per assaporare l’alcool.


     
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    La notte era giovane ed io avevo fame e sete e voglia di divertirmi, mi sentivo assolutamente giù di tono e per me era una cosa del tutto fuori dalla norma. Io ero sempre l'anima della festa - per quanto non avessi più un anima - ma quella notte mi ero svegliata male.
    Non ricordavo mai i miei sogni, non sapevo nemmeno se in realtà ne facevo in quanto morta ma avevo come la sensazione che ogni tanto qualcosa la sognassi. Altrimenti non avrebbe avuto alcun senso quel mio risveglio pessimo, così come altri prima. Una noia.
    Mi stiracchiai sentendo le ossa della schiena scricchiolare in risposta ad una dormita scomoda. Il letto della casa in cui mi ero intrufolata da un paio di giorni non era un granché, per non dire che faceva proprio schifo, ma questo era il meglio che poteva offrire la direzione. Il quartiere sud era uno spasso ma la comodità era inesistente certe volte. Come i proprietari di quella casa che, a quanto avevo saputo da una vicina pettegola, sarebbero stati via due settimane per far visita alla figlia sposata e che si era trasferita chissà dove.
    Uscii dalla porta principale senza problemi, quel quartiere era uno sballo anche per questo, potevo far finta che ogni casa vuota fosse la mia e nessuno avrebbe detto niente, che tesori. Quella notte faceva un bel fresco, segno che l'autunno stava iniziando a farsi sentire dopo un bel periodo di attesa, ed io mi incamminai subito verso il caro Black Cat, dove speravo di trovare compagnia pagante e danzante per la sera ed una cena per le ore a seguire.
    Quando arrivai entrai guardandomi attorno come sempre e notando i cari vecchi frequentatori fissi del locale che, appena mi videro, mi salutarono alzando i calici di birra e vino e liquore e gli dèi solo sapevano che altro. Ricambiai il saluto con un sorriso ed andai a sedermi al bancone, proprio vicino ad un tizio che non avevo mai visto. Tu sì che hai stile, mi piaci!
    Dissi al ragazzo in questione, dandogli uno sguardo veloce da capo a piedi, senza alcuna ironia. Poi vidi l'amaro che stava per bere ed aggiunsi: Fossi in te non lo farei... indicai con un dito il suo bicchiere E' disgustoso. Poi chiamai l'oste ed ordinai del liquore a mia volta, senza specificare che non si doveva azzardare a darmi delle schifezze, ormai mi conosceva.
    | CODICE ROLE © dominionpf
     
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  3. Full_mj
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    Mandò giù il primo sorso di amaro, gustando il tutto a fondo. Rimase qualche momento in silenzio, assaporando ancora ciò che la bevanda aveva lasciato del suo sapore. L’amaro del bardo non era un amaro da tutti, era davvero forte, non una cosa per femminucce o non l’avrebbe mai chiesto. Ovviamente a lui piaceva o non sarebbe stato così sciocco da chiedere all’oste una bottiglia intera, che avrebbe dovuto pagare, senza sapere il gusto del liquore. Non vide la vampira entrare nella locanda, troppo preso dal riempire ancora il bicchiere e mandare giù un altro mezzo sorso. Avvertì, però, qualcuno sedersi allo sgabello accanto al suo, mentre era intento a tenere la testa alzata per mandare giù l’amaro.
    Una donna, forse umana, di certo non un oris. Doveva essere una vampira, dato il senso di schifo che gli aveva causato solo vederla. Ad Ewan non piacevano queste stronzate da oris sul venerare la grande madre sempre e comunque ma questa cosa dei vampiri doveva essere un qualcosa di innato che aveva nel sangue. Non poteva farci niente per quanto si fosse allenato non poteva rinnegare completamente la sua natura. Ovviamente non aveva alcun senso di odio verso quegli esseri non morti, né pensava fossero da cancellare dalla faccia della terra, però lo disgustavano era più forte di lui. Non rispose alla donna, le fece solo un cenno sollevando la bottiglia in segno di ringraziamento quando gli disse di avere stile.
    Quando gli disse di non bere sospirò sguaitamente ed annoiato. Perché la gente andasse in giro a consigliare liquori e amari proprio non lo capiva, soprattutto quando evidentemente andavano sul leggero. Quante volte gli era capitato di trovarsi in situazioni del genere, che noia.
    -Certo che non lo faresti, non è per femminucce, questo.-, sollevando la bottiglia, - Fossi in te mi farei gli affari miei, invece. Se ho preso la bottiglia forse non lo trovo disgustoso, no?-, con un tono a sottolineare l’ovvietà di tutto ciò.


     
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2 replies since 3/11/2017, 20:28   58 views
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