Si spegne il giorno e le creature della notte giocano

Per Cori e Tonks (e chiunque voglia unirsi)

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    "Nel cuore hai silenzio, hai parole inghiottite. Sei buia."
    Il mio piede sbatte contro una radice e per un soffio non finisco lunga per terra. Con dei saltelli riconquisto l'equilibrio. È un miracolo che non sia inciampata nella gonna. Faccio una giravolta, e la gonna nera ricamata di rosa e il mantello di velluto nero volteggiano attorno a me. Vengo assalita da un'improvvisa sensazione di libertà, che mi inebria. Sto camminando verso il ponticello, allontanandomi dalle fredde mura senz'anima di Neo Royal Mile, con indosso vestiti rubati a un pomposo commerciante accecato dai desideri carnali. È stato così facile, tanto facile da guastarmi il divertimento. Sono sul ponte, il sole sta scendendo oltre la linea rossa dell'orizzonte, il cielo è infuocato dal tramonto, e seppure attraversato da nuvole, lo sfondo è divinamente limpido. Mi getto sul parapetto, schiacciandovi contro il ventre, e respiro a pieni polmoni. Tutto è leggermente fuori fuoco, i miei sensi sono intorpiditi da tutto il sidro che ho ingollato fino a poco fa quasi fossi uno dei più corpulenti, grezzi fabbri della città. Oh, volevo solo sentirmi così: leggera. Mi piego in avanti, i miei piedi sono sul punto di staccarsi dalle travi; con lo sguardo percorro il fiume sfavillante, azzurro e arancio. Uno spettacolo sublime. Rimango immersa in questa visione non so per quanto tempo. Poi mi separo dal parapetto, le mie mani scivolano via malinconicamente, e riprendo il cammino. La mia meta è il bosco. Il sole è scomparso da alcuni minuti quando raggiungo i primi alberi scuri e mi addentro nel bosco. L'umidità cambia repentinamente. I mille odori familiari mi colpiscono le narici, dandomi il benvenuto. Dapprima avanzo toccando, appoggiandomi ai bei tronchi, come una vecchia strega malferma; poi comincio a correre, corro e corro, e rido, e danzo; una fata bianca che balla gioiosa nella sera.
    codice role © Akicch;NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT
     
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    pg
    Di cose bizzarre ne avevo viste nella vita, ma una folle ubriaca mettersi a correre nel bosco, tutta felice, ancora no. Mi lasciò perplessa.
    Mi ero svegliata da poco e data la bella nottata - e la pancia piena dalla sera precedente - avevo deciso di andare a vedere un posticino di cui mi avevano parlato. La notte prima non avevo fatto in tempo in quanto ero incappata in Galwain ma quella sera potevo godermela e perdere tempo in giro per il bosco. Mi era stato detto che c'era questo ponticello molto grazioso, niente di speciale, ma il posto era tranquillo, silenzioso ed era colpito senza intromissioni dai raggi della luna, che rendevnao tutto più magico.
    Solo che avevo scelto la sera sbagliata. Ancora una volta.
    Mi chiesi quante persone potessero mai vagare per quei boschi in piena notte. Che cavolo, perfino lì era difficile starsene tranquilli? Non era possibile... Avevo visto la pazzoide camminare ubriaca, dondolando a destra e a sinistra da lontano e non avevo potuto fare a meno di seguirla a debita distanza chiedendomi che ci facesse lì. Che dovesse incontrare qualcuno? O si era persa? O magari non era poi così sbronza e cercava di attrarre qualche malcapitato, dimostrando di essere una ladra. Ma li non c'era nessuno, alberi, erba e ponte a parte. E' ubriaca. Decisi infine, guardandola sporgersi dal parapetto e pensando cadi...dai, ancora un po' e ...giù! Ma niente, non cadde. Peccato, avrebbe reso più divertente la serata.
    Quando si diresse fra gli alberi la seguii, troppo curiosa di sapere che fine avrebbe fatto - e magari ne avrei pure guadagnato un pasto gratis e facile. E poi parte a correre, ridendo, così senza alcun motivo. Una folle ubriaca fuori di testa. Penso seguendola.

    SCHEDA PG
     
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    Araldo Light
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    James Adam

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    Una sola giornata, dall’alba al tramonto, passata in quella trappola di città e già bramavo la calma, l’aria e la libertà che solo il bosco poteva darmi. Avevo sentito che era poco più a nord-est di lì, e quando iniziò a calare il buio non riuscii più a resistere. Sicuramente non sarei mai riuscito a dormire nella locanda dove ero stato, dovevo fare un passo alla volta e ora quello che mi serviva era un ambiente familiare. Dopotutto i boschi erano tutti uguali, cambiava solo la tipologia di vegetazione e al massimo il clima al suo interno, ma tutto il resto era uguale a molti altri in cui avevo trascorso le notti.
    O forse no? Certo, negli altri boschi non avevo mai visto una donna correre, ridere, danzare (e tutto il resto) come invece faceva quella. Nemmeno le cucciole di donna si erano mai comportate così, non che ne avessi viste molte… Ma comunque quell’esemplare era interessante. Si comportava come non avevo mai visto fare, e a me le novità intrigavano. Senza quasi deciderlo mi ritrovai a seguirla, nascosto tra il folto degli alberi, i miei occhi gialli scrutavano ogni suo movimento e, quando spariva, il mio nasco faceva il resto del lavoro. Quando ecco che un altro profumo, decisamente femminile, si aggiunse al suo: quest’altra donna era nascosta, come me ma in modo più maldestro e si teneva molto più vicina alla prima donna. Chissà perché quella donna aveva deciso di pedinare la prima… Se un umano stava agendo come avevo deciso di agire io, forse stavo già iniziando a pensare come gli umani? No, non è possibile. Non accadrà mai. Mi dissi.
    Era tutto il giorno che studiavo gli umani, ma non avrei mai imparato nulla limitandomi ad osservarli… Dovevo passare all’azione, tentare un approccio diretto. Avevo già fatto un poco di pratica con la mercante di vesti, con la cameriera e qualche ubriacone, non sarà stato poi così difficile parlare con un paio di donne.
    Mi trasformai in uomo, indossai i vestiti che avevo tenuto stretti in bocca, e fingendo di avere il fiatone e di essere spaventato a morte, corsi dalla seconda donna urlando, letteralmente, “al lupo al lupo!”.

    scheda pg narrato, parlato, pensato.
    ROLE SCHEME © dominionpf
     
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    drunk dragon

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    Galwain


    Miura



    ☇ Fenrir Lycaon | ☇ liv. 7 | ☇ scheda | ☇ vesti | ☇ mood: curioso


    parlato | pensato | parlato altrui

    Niente era meglio del correre sazio nella foresta e Galwain adorava farlo! La cosa che odiava fare era sentire il fagotto di vestiti che gli ballonzolava nella bocca e lo colpiva dolcemente da tutti i lati. Avrebbe dovuto chiedere a qualcuno di trovare un modo per portare i vestiti che non fosse così ingombrante ma ormai ci stava facendo l'abitudine.
    E ormai aveva anche imparato a non sbavare sui vestiti, era già un passo avanti!
    La scarica di adrenalina era già alta, e ora che aveva imparato un altro trucchetto non riusciva a smettere di gasarsi pensando a come sfruttarlo in battaglia, non sapendo che avrebbe avuto modo di farlo quella sera stessa.
    Poi inchiodò all'improvviso, riuscendo a fermarsi in tempo per pensare a quello che stava percependo.
    Il solito odore.
    Morrigan.
    Non era possibile che fosse lei, perché un'altra volta?
    Si abbassò a terra abbastanza da potersi sdraiare e abbassò la testa. Lei si stava muovendo, ma dalla velocità con cui l'odore si stava dissolvendo sembrava stesse correndo. Galwain si alzò e si affrettò a seguire l'odore, ben attento a poggiare il peso sui cuscinetti rosa sulle zampe. Una sorpresa era pur sempre una sorpresa! Si avvicinò abbastanza da vederla correre, ma qualcosa lo fece fermare.
    Un odore di uomo proveniva da poco davanti a lui e dietro a Morrigan e Galwain stava proprio iniziando a capirci meno, quando questo si mise a correre affannato verso Morrigan urlando al lupo.
    Eh? Come ha fatto a sapere di me senza nemmeno avermi visto?
    Più lontano sentiva un altro odore allontanarsi ed ebbe l'impressione che in qualche modo la comparsa dell'uomo aveva a che fare con quell'altra persona. O con Morrigan. Non sapeva più che domande farsi e si sentì il cervello friggere, quindi si appostò ad un cespuglio nell'ombra ad osservare quello che avrebbe detto la vampira, che stava con l'uomo in un piccolo spazio non occupato dalla natura e illuminato dalla luna. Che anche lei l'avesse scoperto? Si sdraiò e rimase ad osservare attento con degli attenti occhi gialli, sperando che non fosse così ovvio che lui si trovasse lì. Non aveva nemmeno intenzioni omicide, era solo curioso.

    ❝ È te che cercavo! ❞


    CODICE ROLE SCHEME © dominionpf



    CITAZIONE
    Livello 0 – Trasformazione in Animale [Passiva, sempre presente]
    Forma animale. Gli animali sono più atletici/veloci/forti di un essere umano normale ma meno rispetto alle rispettive razze (meno agili dei sicari, meno veloci dei vampiri e meno forti dei cacciatori). Gli animali sono a grandezza umana e hanno i seguenti poteri iniziali.
    Artigli e zanne (non sono dure come il metallo). Possono incidere le armature leggere (pelle e stoffa) ma non quelle a piastre o attraverso la cotta di maglia. Non possono essere usati come un’arma bianca, di fronte a spade, pugnali ed affini.
     
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    »Ianthe »Strega Nera »Caotico Malvagio »Livello 4°
    "Nel cuore hai silenzio, hai parole inghiottite. Sei buia."
    Degli strani suoni mi sfiorano le orecchie e io freno la mia corsa dietro un albero, rimanendo in ascolto. Ho il fiato corto e un lieve strato di sudore mi ricopre la pelle. Il battito del mio cuore mi rimbomba nella testa, amplificato dall'alcol che ho in circolo. Non sono allarmata; come sempre, sto solo giocando. Chi sarà? Estraggo la bacchetta dalla tasca del vestito e me la punto contro la base del collo, adoro sentire questa pressione che quasi mi blocca il respiro, e sussurro: "Lumen Noxis". Non è ancora totalmente buio, ma la notte diventa sempre più una presenza palpabile. Mi passo una mano fra i capelli, dalla fronte fino alla nuca, poi mi sporgo da dietro il mio nascondiglio, e attendo. Vedo una femmina che si muove guardinga, e che sembra essere in cerca di qualcosa, o qualcuno, forse me. È straordinariamente pallida, pallida come un raggio di luna. Penso questo, e subito dopo: Che sia un vampiro? La mia mano, stretta intorno alla bacchetta, prende a formicolare. Ma poi accade qualcosa che mi sbalordisce. Dalla vegetazione sbuca fuori gridando come un pazzo un maschio dall'aspetto singolare. La sua pelle è scura, e il suo volto... semplicemente, è un esemplare d'umano come non ne ho mai visti prima. La cosa si fa interessante. Il tizio sta gridando "Al lupo, al lupo!". Se è così spaventato, deve essere un umano privo di qualità particolari. Oppure, il suo è un inganno. Ho intenzione di scoprirlo. Allungo discretamente la mano verso di lui, in modo da non essere vista, e formulo piano: "Umbra Imperium". Tutto intorno all'uomo e alla donna, nelle tenebre che li circondano, iniziano a scivolare ombre di lupi famelici, figure sfuggenti, ma abbastanza reali da rendere l'aria affilata come una lama. Un sorriso increspa le mie labbra. Bene, vediamo come si comporteranno adesso quei due.
    codice role © Akicch;NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



    CITAZIONE
    - Vista notturna [Lumen Noxis]
    Livello: Quotidiano
    Descrizione:
    Invocando la formula e puntando il catalizzatore verso sé stesso, lo stregone diventa capace di vedere al buio come se fosse giorno. Durante quel lasso di tempo, però, le fonti di luce e il Sole potranno abbagliarlo molto più facilmente. Può pronunciare la formula "Abiuro" per interrompere l'incanto e tornare a vedere normalmente.
    Durata: Finché non richiamato.
    N° di volte: riutilizzabile dopo un turno. / In combattimento: utilizzabile due volte per role.


    - Comandare l'ombra [Umbra Imperium]
    Livello: 1
    Descrizione:
    Invocando la formula e puntando il catalizzatore nella direzione desiderata, lo stregone sarà capace di dominare e plasmare le ombre: può quindi bloccare una magia o un potere basato sulle tenebre, purché sia di livello al massimo pari al proprio, oppure manipolare le ombre perché assumano forme illusorie e distorte rispetto ai proprietari.
    Durata: 1 turno.
    N° di volte: riutilizzabile dopo due turni.
     
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    Seguire la donna senza essere scoperta era cosa facile, sembrava totalmente presa dai suoi deliri da pazza saltellante, tanto che iniziai a chiedermi dove cavolo volesse andare e se aveva senso continuare a starle dietro. Lo avrei fatto ancora per un po' e, se le cose non si fossero fatte interessanti, me ne sarei tornata a casa. O forse no, non lo so. Avrei deciso sul momento, che me ne importava.
    Ma cantai troppo presto. Un emerito idiota se ne sbucò fuori dal nulla urlando "al lupo al lupo" correndo verso di me ed io non potei fare altro che bloccarmi sul posto, decisamente scocciata, alzare gli occhi al cielo per poi fissarlo allargando le braccia, con un espressione che voleva palesemente fargli capire quanto era idiota. Ma che senso aveva andarsene in giro per il bosco a sbraitare in quel modo? C'erano i lupi? E allora? Mi pareva una cosa più che normale, eravamo nel bosco, non in centro città, cosa si aspettava di trovare? Dolci cerbiatti e qualche coniglietto di passaggio?
    Lanciai uno sguardo veloce verso la donna che stavo pedinando ma non la vidi e questo mi rese anche meno propensa al dialogo con il tizio. Folle anche lui, iniziai a dedurre. Oltre tutto, come diavolo era possibile che quel bosco fosse così trafficato? Cos'è, stavano andando tutti a funghi o c'era stata una festa di super alcolici lì vicino a cui non ero stata invitata? Nel secondo caso, ci sarei rimasta parecchio male.
    Non lasciai avvicinare troppo l'uomo prima di avanzare io stessa verso di lui, con passo sicuro e deciso e la mano destra stretta a pugno. Prima che potesse fare qualcosa, lo colpii al volto e mi fermai a guardarlo, sperando che volasse col sedere per terra. Quanto mai potrai essere idiota su una scala da uno a dieci? Gli domandai retorica, quasi ringhiando. Dì un po', hai notato che sei in un bosco? E feci un vago cenno con le mani ad indicargli gli alberi attorno a noi.
    Sospirai, sapendo che ormai la nottata era sprecata e che il pedinamento era andato a farsi benedire. Mi pizzicai la base del naso, proprio tra gli occhi, frustrata. Odiavo sprecare il poco tempo che avevo a disposizione, la notte scorreva veloce e in men che non si dica me ne sarei dovuta tornare a casa. Io non potevo starmene in giro ventiquattro ore al giorno e che cavolo!
    Aprii la bocca per dirgliene altre quattro ma mi bloccai subito, guardandomi attorno attenta. Qualcosa si stava muovendo fra gli alberi. In pochi secondi sbucarono diversi lupi disposti a cerchio intorno a noi, fissandoci e dimostrandosi alquanto aggressivi. Ne vedevo sei, ma non avanzavano abbastanza da uscire allo scoperto. Istintivamente mi misi sulla difensiva, le gambe leggermente piegate e pronta a scattare. Se ci avessero attaccati, me ne sarei andata alla svelta, lasciando da solo Jeffrey. Non avevo idea di quale fosse il suo nome ma quello gli calzava a pennello, quindi lo avrei chiamato così. Meglio lui che io, come si suol dire.
    Ecco fatto Jeffrey, lo apostrofai con il suo nuovo nomignolo. Direi che li hai portati dritti a noi. Complimenti. Ma non capivo perché quegli animali avessero un atteggiamento così aggressivo. In genere stavano alla larga dagli umani e nel bosco non mancava il cibo, non avrebbero dovuto trovarsi lì.



    Mythesis, mi descrivi meglio la consistenza visiva e al tatto dei lupi per favore? :) Così so come muovermi dopo e se ce ne sono altri. E scusate per il ritardo XD
     
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5 replies since 14/2/2017, 13:29   112 views
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